Sbalzi termici e pioggia nel container, fenomeni da non sottovalutare

Durante una spedizione, la variazione di temperatura e umidità relativa all’interno di un container può essere considerevole. Diversi fattori, quali lunghezza della tratta, tempi di sosta nei porti di transito, posizione del container durante il trasporto marittimo, distribuzione della merce al suo interno e tipologia di contenuto, influenzano in maniera significativa tali variazioni, con importanti conseguenze per le merci trasportate.

In uno studio durato venti mesi, condotto dalla Xerox Corporation1 su 160 spedizioni transoceaniche tra Asia, Europa e Nord America, sono emerse interessanti considerazioni sui fattori che influenzano le condizioni di temperatura e umidità all’interno dei container.

Le rotte analizzate sono tra loro diverse, per tempistiche e caratteristiche di percorrenza, e le spedizioni sono state monitorate dal momento del carico merce sino allo svuotamento a destino, con registrazione dei dati in ogni fase del trasporto (marittimo, su camion o ferroviario), nonché durante i periodi di stoccaggio.

 

 

La ricerca ha evidenziato l’esistenza di alcuni effetti che avvengono sistematicamente durante le spedizioni:

Fluttuazioni giornaliere di temperatura e umidità

In base a quanto osservato, all’interno dei container temperatura e umidità variano in maniera ciclica nell’arco di un giorno. Inoltre, ogni spedizione si può generalmente suddividere in tre fasi, ciascuna con caratteristici andamenti di temperatura e umidità:

  1. Tempo che intercorre tra il riempimento del container e il carico su una nave, includendo il trasporto su strada e brevi periodi di stoccaggio.
  2. Tempo effettivo a bordo di una nave e può essere la fase più lunga durante il viaggio.
  3. Scarico dalla nave, sosta temporaneamente nei piazzali e trasferimento a destino.

Nella prima fase è comune la presenza di mutamenti ciclici di temperatura e umidità, con sbalzi di anche oltre di 20 °C.

Nella seconda fase le variazioni si dimostrano, invece, generalmente molto lievi o del tutto inesistenti. In questo caso il cambiamento della temperatura risulta graduale e spesso si verifica nell'arco di giorni anziché di ore; è inoltre raro il presentarsi di condizioni estreme in questo momento.

Nella terza fase, nuovamente, i periodi giornalieri sono frequenti, con variazioni di temperatura e umidità anche molto accentuate, dato che per lungo tempo il container può stazionare in dogana, su treni, su camion e in deposito.

Per quanto riguarda le condizioni limite, in generale valori più estremidi temperatura sono stati rilevati durante la terza fase del trasporto e sosta al porto, con un massimo registrato di 57°C e un minimo di -29°C, mentre i valori più alti di umidità sono stati osservati quando gli sbalzi di temperatura giornalieri erano più ampi, con un massimo del 96% di umidità in un momento in cui il container era a terra.

Effetto della posizione del container sulla nave

All’interno della stessa spedizione, i profili di temperatura dei diversi container sono risultati generalmente quasi identici. Tuttavia, in alcune spedizioni sono emerse chiare differenze tra i container e in alcuni di essi si verificavano variazioni giornaliere di temperatura molto più ampie che in altri.

La differenza potrebbe esser dovuta alla posizione sulla nave: ad esempio, è ragionevole pensare che la luce solare diretta influenzi la temperatura dei i container caricati sopra il ponte. È anche importante notare che le variazioni di temperatura registrate in mare sono sempre state più moderate rispetto a quelle osservate prima e dopo il viaggio transoceanico.

Effetto della posizione della merce all'interno del container

Per registrare temperatura e umidità, nel corso dello studio è stato impiegato un singolo data logger per container, posizionato nella parte alta, frontalmente all’apertura e lontano dalle pareti laterali. Un esperimento separato ha invece indagato come le differenze di temperatura si distribuiscono all'interno di uno stesso container, riempito solo parzialmente; in questo caso diversi data logger sono stati disposti in vari punti del container.

I dispositivi hanno registrato una temperatura in media maggiore nella parte superiore rispetto al fondo del container, con differenze fino a oltre 19 °C durante il pomeriggio. Inoltre, in una zona densa di carico la temperatura risultava più moderata paragonata alle zone vuote del container e alla temperatura esterna.

Effetto del contenuto del container

In linea generale, è stato osservato che al calare della temperatura si verifica un aumento dell'umidità. Tuttavia, a un certo punto, il livello di umidità cresce meno velocemente e in alcuni casi addirittura si stabilizza, rimanendo costante anche qualora la temperatura continui a scendere. L’ipotesi per spiegare tale fenomeno è che le scatole di cartone ondulato lentamente assorbano l'umidità dall'aria, prevenendo la formazione di condensa alle temperature più basse.

Tuttavia, l’effetto del cartone ondulato sembra essere significativo solo durante i lenti cambiamenti di temperatura che si verificano nelle tratte via mare, quando le scatole sono in grado di assorbire l'umidità abbastanza velocemente da temperare l'umidità. Al contrario, i rapidi sbalzi di temperatura che si osservano sulla terraferma causano forti oscillazioni dell’umidità, che risultano eccessive per la capacità assorbitiva del cartone, con un conseguente picco dell’umidità relativa all’interno del container.

Conclusioni

La presenza all'interno dei container di livelli di umidità elevati comporta conseguenze deleterie per imballi e merci trasportate, quali collasso dell'imballo, presenza anche elevata di muffe, etichette che si scollano, in definitiva causando danni ai prodotti all'interno degli imballaggi che, se contenti parti metlliche, potranno originare fenomeni di corrosione.

Per risolvere efficacemente il problema, è necessario affidarsi all'esperienza. La nostra è al vostro servizio.

Note: 1D.Leinberger, “Temperature & Humidity in Ocean Containers”, Xerox Corporation, 2006

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